Premessa
Negli ultimi anni, il settore degli appalti pubblici ha attraversato fasi di profondo cambiamento, mosse dall’esigenza di semplificare e rendere più efficiente il sistema. L’introduzione del Codice dei contratti pubblici (D.Lgs. n. 36/2023) è stata una riforma utile e significativa, ma ha anche suscitato critiche da parte di alcuni operatori del settore, evidenziando ulteriori margini di miglioramento. In risposta, il Governo ha recentemente approvato un correttivo (per la cui vigenza si dovrà attendere probabilmente la fine dell’anno), che rappresenta uno strumento utile per colmare alcune lacune normative. Tuttavia, è importante sottolineare come un correttivo non possa risolvere integralmente i problemi di un sistema complesso e articolato; basti considerare che mentre alcune norme sono state rese più chiare e adattate alle necessità pratiche, altre questioni sistemiche, come l’armonizzazione dei criteri di partecipazione e il controllo sui subappalti, richiedono un intervento strutturale più ampio e complesso. Il correttivo si configura quindi come un importante passo avanti, ma il sistema degli appalti necessita di una revisione organica che miri a semplificare i processi e a ridurre le inefficienze.
Le principali novità
Tra le principali innovazioni introdotte dal correttivo, emergono misure mirate a rendere i contratti pubblici più competitivi e accessibili, affrontando alcuni dei limiti che avevano suscitato perplessità da parte di operatori e amministrazioni:
- Equo compenso: Una delle novità di maggior rilievo riguarda l’introduzione di una vera e propria deroga alla disciplina dell’di equo compenso. Viene infatti previsto che, per porre fine alle criticità verificatesi nei mesi passati sull’obbligo, o meno, di applicazione di tale disciplina, che per gli affidamenti diretti, il correttivo assicura un importo minimo non inferiore all’80% del compenso previsto, mentre per le procedure di gara verranno introdotti limiti ai ribassi, con un tetto massimo del 35% del compenso, regolando così l’appetibilità economica degli appalti senza compromettere la qualità delle offerte;
- Tutele lavoristiche: Lo schema di correttivo stabilisce l’obbligo di applicare un unico contratto collettivo nazionale all’interno dei bandi di gara, con linee guida che aiutano le stazioni appaltanti a selezionare correttamente il contratto applicabile, a garanzia di una protezione uniforme per i lavoratori. Questo cambiamento risponde all’esigenza di proteggere le condizioni di lavoro e migliorare le tutele per il personale impiegato nei contratti pubblici, riducendo le disparità tra i diversi contratti applicati e garantendo un’equità di trattamento che contribuisce alla stabilità e alla motivazione della forza lavoro;
- Revisione prezzi: Il correttivo interviene anche sul sistema di revisione prezzi, prevedendo che, al fine di mantenere l’equilibrio contrattuale e ridurre le richieste di adeguamento in corso d’opera, venga introdotto un allegato specifico con parametri chiari per la revisione dei prezzi, applicabili in modo omogeneo e con tempi certi nei settori lavori, servizi e forniture. Questo meccanismo mira a garantire che le oscillazioni dei prezzi non mettano in difficoltà le imprese né incidano sulla continuità e sostenibilità economica dei contratti;
- Anticipazione per i progettisti: Un’altra importante novità riguarda l’anticipazione per i progettisti nell’appalto integrato. Questa modifica introduce un elemento di fondamentale rilevanza per le imprese impegnate nella fase progettuale, estendendo l’anticipazione del prezzo anche alla progettazione nei casi di appalto integrato, oltre alla consueta anticipazione per l’esecuzione dei lavori. Tale misura è stata accolta positivamente dagli operatori, poiché permette ai progettisti di avere liquidità anticipata, coprendo parte dei costi di avvio delle attività di progettazione e incentivando un approccio più preciso e accurato già dalle prime fasi del progetto. Non si comprende tuttavia la ragione per cui tale anticipazione non sia stata estesa, in termini generali, anche nel caso di servizi tecnici non connessi ad un appalto integrato;
- Incentivi per funzioni tecniche: Un altro intervento significativo riguarda l’estensione degli incentivi ai dirigenti responsabili del procedimento (RUP), una misura che risolve una limitazione precedente e incentiva i dirigenti coinvolti nella gestione dei progetti, migliorando così l’efficienza e la qualità della supervisione delle attività. La disciplina sui consorzi è stata razionalizzata per rendere più trasparente e omogenea la partecipazione nelle gare;
- PMI: Per incentivare la partecipazione delle PMI, il correttivo introduce specifiche misure di favore, come la possibilità di riservare alle PMI i contratti sotto la soglia europea e di stabilire una quota del 20% di subappalto riservata. Questi interventi facilitano l’accesso delle piccole e medie imprese agli appalti pubblici e rappresentano un’opportunità per consolidare la loro posizione nel mercato, promuovendo una maggiore inclusività;
- Finanza di progetto: La disciplina della finanza di progetto è stata migliorata mantenendo il diritto di prelazione per il promotore, ma con una nuova procedura di gara a due fasi per garantire maggiore trasparenza e competitività;
- Garanzie fideiussorie: In tema di garanzie fideiussorie, sono state semplificate le procedure per facilitare l’accesso al credito delle imprese, soprattutto in considerazione delle piccole e medie imprese che spesso incontrano difficoltà a soddisfare i requisiti di garanzia per partecipare alle gare pubbliche. Questa semplificazione rappresenta un passo avanti verso una maggiore accessibilità delle procedure di appalto;
- Premi e penali: Per l’esecuzione dei contratti, il correttivo introduce premi e penali più incisivi per incentivare la rapidità e la qualità nella realizzazione delle opere, insieme a una tipizzazione delle varianti che garantisce maggiore certezza durante la fase di esecuzione;
- CCT: Una misura importante di prevenzione e risoluzione delle controversie è l’istituzione del Collegio Consultivo Tecnico (CCT). La normativa, al fine di porre rimedio alle incertezze applicative verificatesi sulla determinazione del compenso del CCT, introduce nuove limitazioni sui costi per l’utilizzo di tale Collegio e ne promuove l’adozione come strumento per prevenire i conflitti. Inoltre, le stazioni appaltanti possono ora fare ricorso a lodi contrattuali, un’innovazione che incoraggia un dialogo costruttivo tra le parti e riduce i rischi di contenziosi prolungati;
- BIM: Un’altra modifica rilevante riguarda la progettazione digitale: a pochi mesi dall’entrata in vigore dell’obbligo del BIM per gli appalti sopra la soglia di un milione di euro, tale soglia è stata elevata a 2 milioni di euro, mentre resta confermato l’obbligo di adozione a partire dal 1° gennaio 2025. Questo aumento di soglia mira a favorire l’uso della digitalizzazione per i progetti più complessi, consentendo alle imprese di gestire in modo più efficiente le fasi di progettazione e realizzazione delle opere.
- Qualificazione delle stazioni appaltanti: Infine, il correttivo interviene sulla qualificazione delle stazioni appaltanti, introducendo incentivi per favorire la qualificazione degli enti non ancora qualificati e promuovere la specializzazione dei soggetti aggregatori. Il sistema di qualificazione è volto a migliorare la competenza e l’affidabilità degli enti coinvolti nella gestione degli appalti, contribuendo a innalzare il livello di professionalità e di preparazione nelle procedure di gara, con un focus sull’aggiornamento formativo.
Prospettive future
Guardando al futuro, il Codice dei contratti pubblici è destinato a ulteriori cambiamenti, in parte guidati dall’imminente recepimento delle nuove direttive comunitarie sugli appalti pubblici. La Commissione Europea ha in programma di adottare norme che rafforzino l’accesso delle PMI agli appalti, promuovano la sostenibilità ambientale e sociale e incentivino una gestione digitalizzata delle procedure, elementi che completerebbero e arricchirebbero il quadro già delineato dal correttivo.
In definitiva, la sfida per il Codice dei contratti pubblici sarà mantenere un equilibrio tra semplificazione, competitività e trasparenza, senza compromettere i livelli di qualità, sicurezza e legalità. I prossimi aggiornamenti normativi dovranno garantire la capacità del sistema di adattarsi ai mutamenti del mercato, promuovendo al contempo un accesso inclusivo e responsabile agli appalti pubblici. Questi obiettivi, se ben integrati, potrebbero trasformare il settore degli appalti italiani in un modello di efficienza e innovazione su scala europea.